Philipp Gentili, Untitled #1,#2,#3. Photo: Tiberio Sorvillo
Philipp Gentili, USA Atlante Stradale #1,#2,#3,#4, 2022. Photo: Tiberio Sorvillo
Nella sua prima personale in Italia, l’artista Sarah Kürten (nata a Bergisch-Gladbach nel 1983) presenta una serie di nuovi lavori che sviluppano ulteriormente la sua ricerca sulla politica del corpo nei contesti mediatici, abbinando collage e testo. Nei grandi collage dal titolo ‘Rose (may the world be translated into simple stories about individuals)’ e ‘Tess (All that is moonshine, and all that cannot, by conscious action do anything about it)’ , ci troviamo di fronte alla rievocazione di immagini scattate da donne nell’atto di presentare abiti usati su piattaforme di rivendita online. Questi autoritratti anonimi scattati in ambienti domestici sono de-costruiti e ricreati attraverso la sovrapposizione di ritagli di carta colorata e ricoperti da una pellicola trasparente stampata, che aggiunge struttura e profondità all’immagine trasformata in collage. Accanto e sovrapposte alle immagini, sono stampate poesie scritte dall’artista stessa, che conferiscono uno spazio “performativo” alla fotografia trasformata. I materiali dell’immagine di Kürten diventano fotogrammi di una narrazione non-lineare che si sviluppa leggendo le poesie insieme alle fotografie. Le immagini appropriate appaiono ora storicizzate dalla loro traduzione materiale in collage, ricordando la grafica dei manifesti degli anni ‘70 e definendo l’oggetto di indagine del gruppo di opere. Nella mostra, Sarah Kürten ricontestualizza ritratti di donne per indagare i processi comportamentali e cognitivi della mente di chi guarda, inducendoci a interrogarci su come questi corpi siano percepiti nei diversi contesti della loro mediazione. Descrivendo scene lontane, ma improvvisamente molto vicine attraverso la tecnica del flusso di coscienza, l’artista ci offre la possibilità di esperire la sua linea di pensiero, suggerendo l’importanza di un’interrogazione critica del nostro sguardo. Lo stesso tema è stato esplorato in precedenti collage e testi creati a partire dalle immagini di Twen; una rivista popolare tedesca pubblicata tra il 1959 e il 1971, che all’epoca ha plasmato la formazione della gioventù del dopoguerra. La serie è stata esposta nella sua ultima mostra personale ‘under the illusion of a structureless splendor’ a Düsseldorf nel 2020. Accanto alle opere ‘Tess’ e ‘Rose’, la mostra presenta una serie di stampe Risograph prodotte dall’artista durante una residenza alla BASIS Vinschgau Venosta nel settembre 2022. L’opera, dal titolo ‘I have no change (And I am not sure, indeed, whether it is true to say)’ , è composta da sei stampe che presentano ciascuna il titolo fuori parentesi stampato sopra un’illustrazione di Copicat, la prima unità di delay a nastro disponibile in commercio prodotta nel 1958, su uno sfondo di colore diverso. Se da un lato la frase ripetuta significa non avere denaro da offrire, nel contesto delle nuove opere in mostra, si riferisce anche a non avere vestiti in più da indossare e alla possibilità di cambiare il nostro sguardo senza che la storia trapeli nella nostra percezione attuale del corpo. In occasione della mostra, viene presentata un’edizione limitata di cartoline, in cui viene ulteriormente esplorata la relazione tra le immagini raccolte dalle piattaforme di rivendita online e testo. Per tutta la durata della mostra, una nuova opera site-specific intitolata ‘A Poem (splendid inhabitants of a splendid world, but...)’ sarà installata sulla facciata di BASIS a Silandro. La poesia tematizza l’autonomia intellettuale dell’arte dal sistema economico e mira a creare consapevolezza sull’importanza delle istituzioni locali che consentono e sostengono la produzione di cultura. Testo: M.P.